Boat Influencer: intervista a Sara Rossini di Shibumi
Abbiamo già raccontato chi sono i boat influencer nell’articolo Barca a Vela: 5 influencer da seguire e oggi approfondiamo la storia della famiglia Shibumi con un intervista dedicata.
Sara Rossini e Stefano Barberis sono tra le persone che negli ultimi anni, spinti anche dalla pandemia, sono riuscite a trovare il coraggio di inseguire le proprie passioni e stravolgere la propria vita.
Con i loro tre figli e il cane sono partiti da Milano, mollando tutto per vivere all’avventura, in barca a vela. Grazie ai social media e al blog hanno trovato la loro dimensione per raccontarsi ed avviare diverse attività.
Ci raccontate il vostro percorso e come siete arrivati a scegliere di vivere in barca?
Stefano è marinaio da sempre, io, creativa a tuttotondo, mi sono avvicinata alla vela 20 anni fa quando ci siamo conosciuti in una vacanza in barca a vela in Grecia. Ho
sempre pensato che l’elemento acqua facesse parte di me e che un giorno sarebbe
diventato la mia casa. In 20 anni ogni momento libero era sempre buono per andare in
barca, prima soli, poi con i nostri tre figli e il nostro labrador bagnino, Pepper.
Sognavamo un giorno che la nostra casa diventasse galleggiante, così ci siamo
guardati in faccia e abbiamo preso consapevolezza che non abbiamo le vite dei gatti e che dovevamo giocarci tutto a 40 anni e non aspettare la pensione.
Così, dopo anni e anni di sacrifici abbiamo fatto in modo che il nostro sogno diventasse realtà, abbiamo mollato gli ormeggi, e siamo partiti nell’ottobre 2020. Non è stato uno scappare da nulla, ma una voglia di vivere una vita diversa di quella che già ben conoscevamo sulla terra ferma.
Che cos’è Floating Lab e qual è il suo obiettivo?
Quando siamo partiti cercavamo un modo per tenere in contatto i nostri figli con le loro scuole. Pensavamo che raccontando da remoto non solo le nostre esperienze di
viaggio, ma anche tutto quello che riguardasse: ambiente, inquinamento e sostenibilità potesse essere un modo per coinvolgere anche i compagni sulla terraferma. Così dopo pochi mesi dalla nostra partenza è nata l’associazione SHIBUMI FLOATING LAB: un laboratorio galleggiante dove convergono progetti ambientali, divulgazione scientifica e ambientale con enti di eccellenza italiana come INFN (istituto nazionale fisica nucleare) e CNR (consiglio nazionale delle ricerche).
Da più di un anno entriamo nelle scuole italiane parlando di sostenibilità, energie rinnovabili e stato dei mari con Shibumi per la scuola e partecipiamo a talk aziendali con Shibumi per le aziende, facendo interventi sulla sostenibilità e raccontando il parallelismo tra la vita di terra e vita di bordo.
CON SHIBUMI SIETE CONOSCIUTI COME BOAT INFLUENCER. A quali altri progetti social avete dato vita?
Il mondo social si presta a disegnare progetti su progetti, è fantastico! Soprattutto per noi che abbiamo contenuti molto trasversali: possiamo spaziare tra info tecniche sulla vela, viaggi e outdoor, racconti di una famiglia che cambia, sostenibilità, la vita di una donna in una nuova dimensione. Capita che raccontiamo tutto questo collaborando con brand o associazioni in differenti modi.
Raccontare con uno story telling giornaliero la nostra vita è la cosa più bella. Per noi è una vita dove tutto è scontato, tipo bere l’acqua di mare desalinata, ma per chi ci segue è tutto nuovo, suscitiamo molte curiosità. È molto interessante il riscontro che abbiamo da chi oramai da due anni ci segue e ci vuole bene. Per questo confrontarci con la nostra community con dirette a tema e collaborare con brand che sposano la nostra filosofia di vita è un bellissimo progetto.
Qual è il ruolo dei social media nella vostra vita e nel vostro lavoro?
Abbiamo deciso di aprire un account per condividere la nostra esperienza, con la
voglia di poter essere di ispirazione a chi pensa che cambiare via sia una cosa
impossibile. I social media hanno un ruolo importante per noi, perché spesso vita
privata e lavoro si abbracciano e si ritrovano su una piattaforma a raccontare di una
famiglia che cambia in continuazione, con le sue difficoltà e successi.
Due anni fa, quando tutto è iniziato, con tanta umiltà speravamo che il nostro seguito non si fermasse solo a quello di parenti e amici, perché avevamo qualcosa di bello da
raccontare, così si è sparsa la voce e i media, nel bene e nel male, hanno fatto il resto
facendo crescere il nostro seguito.
Se stai nel social e hai dei contenuti da trasmettere, il social diventa un lavoro, non puoi pensare che non sia diversamente. Così l’aspetto creativo della mia professionalità lo sto adattando a questo mondo con grande soddisfazione, e spesso capita i progetti che sviluppo, dalla visual identity, moodboard ispirazionali al web designer, arrivino proprio dalla famiglia Shibumi.
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