Flu Plus: Top 10 Green Influencer
Chi sono i top Green Influencer in ordine di Engagement Rate su Instagram?Scoprilo con la classifica realizzata con i dati di Flu Plus, la nostra piattaforma proprietaria.
Torna la rubrica dedicata ad analizzare le performance su Instagram degli influencer. Dopo la classifica dedicata ai Top Crypto Influencer, oggi parliamo dei Top Influencer in ambito sostenibilità.
Abbiamo stilato, grazie alla nostra piattaforma proprietaria Plus, due classifiche basate sulla percentuale di Engagement Rate ottenuta dai Green Influencer.
Al primo posto troviamo, con il 14,87%, Cristina Cotorobai, seguita da Ruggero Rollini (6,18%). Al terzo posto Camilla Agazzone con il 6,06%.
Nella classifica under 20k followers troviamo invece Chiara Saccani al primo posto con il 16,81%, Maria Beatrice Pavanello al secondo con il 6,5% e al terzo Mattia Rebecchi e Vittoria Sarti (5,84%).
INTERVISTA A CRISTINA COTOROBAI, RUGGERO ROLLINI, GIORGIA PAGLIUCA , ALICE POMIATO E CHIARA SACCANI
1.Ti possiamo definire un divulgatore di sostenibilità. Com’è iniziata la tua avventura sui social media?
Cristina: Si, più che influencer o content creator, sento di fare divulgazione e sensibilizzazione sul tema della sostenibilità. Ho iniziato dopo la nascita di mia figlia, Blu. Realizzare che il suo futuro sarebbe stato incerto su un pianeta malato, mi ha spinta a far la mia parte e condividere sui social il percorso intrapreso assieme al mio compagno per un’esistenza meno impattante, più consapevole.
Ruggero: È iniziata per caso, prima parlavo di videogiochi su Youtube. Poi, quando mi sono iscritto a chimica il tempo per giocare era notevolmente ridotto e ho unito le passioni per la chimica e il videomaking in un canale molto acerbo di divulgazione. Solo in un secondo momento mi sono avvicinato e appassionato alla teoria della comunicazione della scienza e ho capito sarebbe potuto diventare il mio lavoro. Oggi scrivo di chimica e ambiente sui social, ma anche sui media tradizionali e dal vivo. Il lavoro del divulgatore è incantevole ed è un continuo stimolo ad approfondire nuovi temi e formati.
Giorgia: È iniziata assecondando la mia naturale indole da “bastian contraria”. Perchè più studiavo, più mi accorgevo del gigantesco problema climatico e sociale che cresceva davanti ai miei occhi. Più andavo avanti e più sentivo la necessità di dover fare qualcosa. Considerando poi che da sempre non riesco a trattenermi dal voler dire la mia – o perlomeno dal cercare di cambiare le cose in meglio-, non potevo che tentare il tutto per tutto sui social.
Alice: Nel Novembre 2010, quando ho trasformato il mio account personale in un’occasione per parlare delle tematiche che mi stanno più a cuore. Tratto quotidianamente argomenti diversi che riguardano la sostenibilità e aiuto le persone ad approcciarsi a uno stile di vita più sostenibile, etico e consapevole con un approccio sistemico. È stato un percorso anche per me, che mi ha regalato molto e ha ampliato la mia consapevolezza. Oggi lavoro sia come Content Creator, che formatrice.
Chiara: La mia avventura sui social media inizia prima che la mia avventura nel mondo della sostenibilità e nell’attivismo, mi occupo infatti di comunicazione digitale per varie realtà e brand da quando mi sono laureata. Iniziare a parlare di sostenibilità, emergenza climatica e giustizia sociale sui social è stato per me spontaneo, mi ero resa conto della gravità della situazione e dovevo iniziare ad agire. Divulgare quello che imparavo ogni giorno con i mezzi che conoscevo mi ha aiutato a conoscere molte persone e essere sempre più informata e a portare il cambiamento che avveniva nella mia vita quotidiana anche nella vita di chi mi seguiva. Il mio obiettivo è sempre stato quello di riuscire a cambiare lo stile di vita e sensibilizzare anche solo una persona, e credo sia fondamentale per non rischiare di cadere troppo nelle dinamiche dei social media e diventare schiavi degli algoritmi perdendo il focus.
2.Qual è, a tuo avviso, il giusto approccio per comunicare la sostenibilità sui social media?
Cristina: Ho maturato l’idea che non serve far lezioni di vita, ma essere d’esempio in prima persona. Condividere, per esempio, la propria cena vegana attira e incuriosisce più persone che predicar loro i motivi per i quali sbagliano a mangiare la carne! Tra un ingrediente e l’altro, aggiungo qualche dato, le fonti, e dopo poco tempo mi ritrovo messaggi entusiasti che mi comunicano di aver contribuito a far cambiare le loro abitudini alimentari in famiglia. Non c’è vittoria più facile e veloce!
Ruggero: Parliamo di temi molto complessi. Non è un caso se la climatologia affonda le sue radici in una disciplina che studia proprio i sistemi complessi, per cui Parisi ha pure recentemente vinto il Nobel. Sarebbe sbagliato e profondamente scorretto non comunicare questa compelssità. Chi tratta di sostenibilità per slogan, messaggi facili e capri espiatori sta facendo un grande disservizio alla propria utenza. Nel mio piccolo, provo a far trasparire queste interrelazioni e chi mi segue lo apprezza.
Giorgia: Farsi accompagnare dai dati, dalla corretta informazione, dalla cura per la divulgazione. Trattandosi di temi complessi bisogna approcciarli da più lati, tenendo sempre a mente che non si può essere espertə in tutto. Il mio motto è “invoco chi ne sa più di me”, con incontri settimanali con docenti, ricercatrici e ricercatori nell’ambito di loro competenza. Bisogna sensibilizzare in positivo, con dati alla mano, senza spaventare.
Alice: Vorrei avere la bacchetta magica ma non ce l’ho! A volte sono più soft, altre più diretta e radicale. Parlo ad un pubblico variegato che è a livelli di consapevolezza differenti. Comunicare l’attenzione al pianeta è importante e bisogna saper trovare le parole giuste. Non è sempre facile perché siamo nel mezzo di una rivoluzione culturale che ha al suo centro ambiente, salute ed etica. Comunicare la sostenibilità in maniera positiva e propositiva è cruciale per ottenere cambiamenti concreti. Indicativamente dobbiamo evocare forti emozioni positive: fiducia, entusiasmo, ispirazione ed empowerment.
Dovremo evitare che le persone si sentano rimproveratə, in colpa o rifiutino del tutto il messaggio, ma a volte essere dirette e coincise è l’unica strada. La sostenibilità è (anche) una scelta fatta di limiti ma dobbiamo essere bravi a non farli percepire mai. Anzi, dobbiamo vivere la sostenibilità non come una cosa in più da fare, ma come un beneficio che ci torna indietro e ci fa bene a livello individuale e collettivo. Si risparmia, si mangia sano, non si inquina, e tutto si ripercuote sulla vita di tuttə.
Chiara: Il giusto approccio per comunicare la sostenibilità è, dal mio punto di vista, quello di essere diretti e spontanei ma anche concreti e coerenti. Io parlo di quello che mi interessa e cerco di arrivare a sempre più persone esprimendomi in maniera semplice, scanzonata, utilizzando i linguaggi nativi della piattaforma con ironia – e autoironia.
Per anni la comunicazione ambientale è stata solo per gli addetti ai lavori: troppo tecnica, complessa, noiosa per essere compresa e considerata dalle persone, ma é necessario che questo cambi, e, per fortuna, sta già cambiando: adesso bisogna amplificare le voci di studiose, studiosi, scienziate e scienziati e portarle al grande pubblico.
3.Cosa fai per promuovere l’argomento e sensibilizzare i tuoi followers? Cinque tue abitudini quotidiane per salvare il pianeta.
Cristina: Imposto i miei contenuti su una buona base di ironia. Comunicare la crisi ambientale può indurre un senso di impotenza e demoralizzare anche i più sensibili all’argomento. Io voglio ispirare entusiasmo e leggerezza, è l’unico modo per cambiare senza frustrazioni. La risata spezza l’ansia da prestazione, ci rende aperti e curiosi!
Per me le cinque abitudini quotidiane sono:
- Mangia il più possibile vegetale
- Scegli un fornitore d’elettricità da fonti rinnovabili
- Evita le catene fast fashion, vesti l’usato, fai durare i tuoi vestiti per ottimizzarne l’impronta ecologica
- Scegli investimenti etici per il tuoi risparmi
- Vai di bici, acqua dal rubinetto, spesa dal contadino di fiducia con le borse riutilizzabili!
Ruggero:
- Informarsi, ma davvero, scavando un po’ e non limitandosi ai messaggi semplici
- Votare. Bisogna essere cittadini consapevoli e il maggiore impatto lo facciamo esprimendo le preferenze giuste in cabina elettorale
- Ridurre o eliminare i consumi superflui. Il miglior rifiuto e il minor spreco è quello non prodotto.
- Mangiare poca carne. Il consumo di carne, soprattutto bovina, va diminuito. Io non la compro, ma se mi capita di magiare fuori a volte la prendo. Così facendo ne mangio molto meno rispetto a prima.
- Premiare realtà virtuose e, se possibile, evitare quelle più impattanti o che fanno ecologia di facciata.
Giorgia:
- Taglia i derivati animali dalla tua dieta, specie se latticini e carne rossa (ne guadagnerà anche la tua salute)
- Limita la micromobilità a benzina: treno, bicicletta e piedi sono validi alleati. Considera anche l’impatto dei tuoi viaggi in aereo
- Vota, studia, mobilitati, partecipa
- Considera che ciò che già hai nel tuo armadio è abbastanza: gli acquisti smodati impattano su ambiente e persone
- La parola d’ordine è internazionalità: impegnarsi per l’ambiente significa impegnarsi per i diritti di tutti gli esseri viventi
Alice:
- La scelta più impattante che possiamo fare quotidianamente è quella di avere un’alimentazione vegetale. L’immenso dispendio e spreco di risorse che utilizziamo per nutrire animali di cui noi a nostra volta ci nutriremo, mentre gran parte del mondo non ha da mangiare, non è più accettabile. La cucina vegetale è una scoperta di gusti e sapori che ti stravolge la vita. Buttatevi senza la pretesa di voler essere perfetti da subito. è un percorso. Personalmente ci ho messo quasi 3 anni a diventare vegana.
- Scegliere una banca che non investe in combustibili fossili, armamenti, finanza speculativa, gioco d’azzardo e altre cose che mai appoggeremo consapevolmente.
- Ridurre acquisti e consumi. Acquistare e consumare meno e meglio. Prediligendo qualità e durevolezza. Vi sembrerà di spendere tanto inizialmente, ma più le cose durano e più il loro costo viene ammortizzato e il nostro impatto è minore. Pensiamo sempre che con i soldi che risparmiamo possiamo andare al ristorante, in vacanza, in gita, a fare un corso di formazione e fare molte altre esperienze che ci arricchiscono.
- Scegliere un fornitore di energia che si utilizza prevalentemente fonti pulite. Fare attenzione a tutte le spine attaccate in casa perché gli apparecchi elettronici consumano anche in stand-by!
- Prendere l’abitudine di pensare all’usato come la prima scelta. Dovete comprare una giacca o un mobile? Prima di andare in un qualsiasi franchising, controllate se qualche negozio dell’usato fisico o online ha quello che vi serve. Magari è pure più bello ed economico!
e ultimo consiglio non richiesto: tenere a mente che la sostenibilità non è questione di essere perfetti, bensì di fare scelte migliori.
Chiara:
- Informarsi
- Acquistare in modo consapevole (evitare gli acquisti non necessari ma anche e soprattutto SCEGLIERE da chi acquistare)
- Mangiare in modo consapevole (mangiando vegetale e facendo attenzione all’origine dei prodotti)
- Attivarsi politicamente (votando chi ha politiche ambientali più strutturate, entrando a far parte di collettivi o anche semplicemente manifestando e pretendendo un cambiamento)
- Rivalutare ogni propria azione in base all’impatto che genera. Vale la pena fare x se provoca y? Bisogna rieducare il nostro modo di pensare!
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