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Intervista a Yuri Sterrore “Gordon”

Flu Agency

Abbiamo fatto qualche domanda all’influencer Yuri Sterrore, meglio conosciuto come Gordon, per indagare il processo creativo che sta dietro ai suoi video e come è possibile trovare un equilibrio tra il proprio personale tone of voice e i messaggi che i brand vogliono veicolare.

Il termine “Influencer” nel tuo caso è riduttivo: hai condotto un programma su RDS Next, hai partecipato a Selfie, il programma televisivo di Simona Ventura, hai pubblicato un libro.. Cosa rispondi a chi ti chiede di cosa ti occupi?

In effetti per me è piuttosto difficile far capire che lavoro faccio. Spesso utilizzo il termine Content Creator, che spesso viene usato in sostituzione di Influencer: in realtà ha un significato differente, essere un creator significa cercare di portare ogni giorni contenuti nuovi. Per riassumere, però, potrei dire che mi sento un imprenditore. Gordon non è solo un personaggio, ma la mia piccola azienda in cui portare ogni giorno il mio Know How.

Sei diventato popolare grazie ai video ironici sull’universo femminile: ci racconti il processo creativo che sta dietro ai tuoi video?

La risposta è molto semplice: tanto, tantissimo contatto con il mio pubblico. Il dialogo è fondamentale! Mi faccio raccontare diverse situazioni nei dettagli e poi le replico, aggiungendo il mio tocco in termini di creatività. L’ingrediente segreto in definitiva è… beh, se ve lo dicessi che segreto sarebbe! 

Come riesci a mantenere il tuo tone of voice e il tuo storytelling quando stai realizzando un’attività con un brand?

Credo di avere ideato un format molto ben studiato, lo dico con tutta l’umiltà del mondo. Questo mi permette di lavorare con i brand in modo spontaneo e naturale, al punto che è lo stesso brand ad amalgamarsi con il tone of voice di Gordon. Più questa sinergia è forte, più è facile per me realizzare collaborazioni soddisfacenti per me in primis. 

gordon influencer

Dal 6 luglio è fuori il tuo libro “Amici stretti”: ci racconti di cosa parla?

È la storia di Irene e Gabriele, due ragazzi alle prese con una situazione complicata a cavallo tra la vita reale e i social network. Volevo evidenziare quanto sia difficile riuscire a gestire le emozioni dietro uno schermo, dove a volte siamo portati a mostrarci diversi da quello che siamo. Una scelta che spesso non si rivela la carta vincente.


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